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Controprogetto: i ribelli del design

Ecco un fulgido esempio di come un avversativo di forma “Contro progetto” possa volgersi in un’alternativa pratica virtuosa. Il laboratorio venne creato nel 2003 all’interno dell’esperienza di riqualificazione urbana partecipata della Stecca degli Artigiani, fucina di talenti ospitata all’interno di un’antica fabbrica, situata nel quartiere meneghino Isola, successivamente demolita perché non coerente con le pianificazioni territoriali ideate per l’area. Negli anni a seguire, forte degli incontri avvenuti, delle collaborazioni creative intraprese, l’entourage definì la sua conformazione attuale, una miscellanea di competenze e facoltà complementari l’una all’altra, incarnati in quattro elementi fondanti: Valeria Cifarelli, Matteo Prudenzati, Davide Rampanelli e Alessia Zema. Avvalendosi di una formazione progettuale, dovuta agli studi presso la facoltà di Design e Architettura di Milano, forgiano per sè una dimensione professionale ad hoc, differente dai consueti iter figurabili post laurea. Assecondando un indole caratterizzata da un forte pragmatismo inventivo, preferiscono seguire personalmente l’intero processo produttivo dei loro elaborati, dando forma concreta a propositi di gran estro, qualificati non solo per l’indiscussa perizia manuale propria degli artigiani più fini, ma da una particolare ricettività …

Misiad: Milano si autoproduce.

Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo. (Henry Ford) È dunque questo il segreto per far funzionare un progetto a lungo termine? Secondo Laura Agnoletto, fondatrice di MISIAD (acronimo per Milano Si Autoproduce) assieme ad Alessandro Mendini, Cesare Castelli e Camillo Agnoletto, è fondamentale attivarsi unitamente  per procedere in una direzione chiara ed esplicita, il design autoprodotto. Se il termine di per sé può rimandare a dimensioni troppo autoreferenziali, ciò che si avvertirà dalla conversazione avvenuta nello spazio di via Amedei, è d’altro avviso. Grazie a una vastissima ed eterogenea esperienza iniziata assieme al socio Marzio Rusconi Clerici a Londra, sul finire degli anni Ottanta, con uno studio di architettura e design, e successivamente sviluppata a Milano, Laura Agnoletto è giunta a una conclusione che vede come necessaria, se non imprescindibile per il design odierno, il “fare rete” – una commistione di saperi artigianali, competenze strutturali, espressioni artistiche, innovazioni tecnologiche che, collaborando in maniera simbiotica, permettono un’evoluzione concreta dello stile italiano nella progettazione di oggetti e luoghi …