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Vegabond: “Il cibo come medicina”

“Let be food the medicine” Questo slogan qualifica perfettamente la linea di pensiero che guida le attività di Vegabond, una piccola caffetteria situata fra due dei principali canali di Amsterdam, Keizergracht ed Herengracht. Essendo portatrice insana di varie intolleranze, Vegabond si rivela per me una salvezza nella patria dei latticini – e di cibi la cui cottura d’elezione implica sempre abbondanti dosi di burro. Una lavagnetta al di fuori del locale segnala le specialità del giorno, tutte rigorosamente vegetariane, vegane e gluten free. Ed eccoli in fila, tutti compiti, pronti per essere conquistati da avventori curiosi: bon bon al cacao, cupcakes eseguite in numerose varianti, o torte destinate solitamente agli stomaci più audaci, offerti in un’atmosfera intima, definita dalla musica rilassante che sgorga placidamente sul retro di soffici divanetti posizionati rasoterra, impreziositi da colorate stampe etniche, e tavolini figli di un riuso che non pecca d’estetica. Ogni elemento, come cultura nordeuropea richiede, si armonizza con l’altro, le coerenze cromatiche si incontrano felicemente con le proposte gastronomiche, che non terminano nel reparto del fresco: per chi …

Denise Bonapace: una moda eterna

C’è una sola grande moda: la giovinezza. (Leo Longanesi) Decadi di immagini stilizzate, icone consumate perché orfane di nuove prospettive, ci conducono a connotazioni estetiche puerili, dove le sembianze giovanili dovrebbero assolvere alle urgenze del presente. Ed è qui che si con-fonde la necessità del temporaneo col contemporaneo, viene tralasciata la verità dei corpi, relegati a concetti utopistici, custodi di forme rare, fonte di comparazioni immature e inappagate, da parte di utenti tediati da continue reiterazioni comunicative a sfondo propagandistico e consumista. Inconfondibile invece il tratto di Denise Bonapace, che, memore degli studi in design industriale, ha dato origine a una norma progettuale simile ai crismi seguiti dai suoi compagni universitari. Per anni consulente presso numerose aziende italiane, poi docente in progettazione della maglieria al Politecnico e alla Naba di Milano, la Bonapace parte dalla massa corporea per disegnare il capo, tenendo conto della sua funzionalità, donando praticità alle forme, ragionando sulle posture e i movimenti, confezionandolo con tessili di primissima qualità. L’esecuzione dell’idea non è un atto creativo fine a se stesso, una risoluzione …

Royal Chant on Schön Magazine

AN ASTRAY CHANT Cursed hands in a whispered land woke up from a long doze laid in unfair pose there’s a time to chose or lose keep running in yard curled strings at feet all dressed in long feat suites clenched for a frail blow like primitives wraiths we rove without a faith Come di un’ouverture un’opera lirica, anche gli editoriali necessitano di un preludio adatto a condurre chi li osserva in un’atmosfera di premesse, un viatico verbale per immergersi in visioni estranee, spesso estemporanee, che trascendono il senso estetico comune, manifestando attraverso pose e luci un senso altro per la moda da défilé autoreferenziale. L’utilizzo di brands made in Italy, e preferibilmente eco friendly, inteso come pratica sostenibile del processo produttivo – attuato scegliendo materiali naturali, scarti industriali o di sartorie teatrali – evidenzia la sensibilità dei designers con i quali lavoro, che non si pongono come obiettivo primario la vendita della creazione fine a se stessa, ma valorizzano il percorso dei prodotti, curandone ogni passaggio, dando loro la possibilità di comunicare direttamente, attraverso …