Month: Maggio 2015

Vegabond: “Il cibo come medicina”

“Let be food the medicine” Questo slogan qualifica perfettamente la linea di pensiero che guida le attività di Vegabond, una piccola caffetteria situata fra due dei principali canali di Amsterdam, Keizergracht ed Herengracht. Essendo portatrice insana di varie intolleranze, Vegabond si rivela per me una salvezza nella patria dei latticini – e di cibi la cui cottura d’elezione implica sempre abbondanti dosi di burro. Una lavagnetta al di fuori del locale segnala le specialità del giorno, tutte rigorosamente vegetariane, vegane e gluten free. Ed eccoli in fila, tutti compiti, pronti per essere conquistati da avventori curiosi: bon bon al cacao, cupcakes eseguite in numerose varianti, o torte destinate solitamente agli stomaci più audaci, offerti in un’atmosfera intima, definita dalla musica rilassante che sgorga placidamente sul retro di soffici divanetti posizionati rasoterra, impreziositi da colorate stampe etniche, e tavolini figli di un riuso che non pecca d’estetica. Ogni elemento, come cultura nordeuropea richiede, si armonizza con l’altro, le coerenze cromatiche si incontrano felicemente con le proposte gastronomiche, che non terminano nel reparto del fresco: per chi …

Alessandro Guerriero: Chi si ribella si autoproduce!

È il pensiero sentimentale, come suggerisce il manifesto, che si è posto come naturale propulsore di uno dei più importanti movimenti del design italiano, Alchimia. Una riflessione volta all’interno, un’intima incisione in cui la fruizione estetica dell’oggetto parte da un moto d’affetto e d’onestà verso lo stesso, spodestando un pragmatismo d’efficienza per esaltare la sua essenza, quasi a definire un flusso di coincidenza fra creatore e creato, in cui il valore del primo inficia sull’ultimo. Fra i fondatori del gruppo spicca Alessandro Guerriero, che continua a riversare con sapienza ed estrema cura in altri progetti i principi “alchemici”, che allora portarono alla nascita della prima esperienza di autoproduzione a livello nazionale. Credendo, difatti, che il progetto originale non vada toccato per rispondere a esigenze legate al marketing d’assalto, gli viene data la possibilità di esprimere la sua veridicità, un unicum pensato, sentito, idealizzato per uno specifico fruitore. L’utente non si smaterializza così nel fine generalista della compravendita celata da intermediari necessari alla filiera produttiva, ma si rivela come ruolo dominante nella compartecipazione a un sistema …

Denise Bonapace: una moda eterna

C’è una sola grande moda: la giovinezza. (Leo Longanesi) Decadi di immagini stilizzate, icone consumate perché orfane di nuove prospettive, ci conducono a connotazioni estetiche puerili, dove le sembianze giovanili dovrebbero assolvere alle urgenze del presente. Ed è qui che si con-fonde la necessità del temporaneo col contemporaneo, viene tralasciata la verità dei corpi, relegati a concetti utopistici, custodi di forme rare, fonte di comparazioni immature e inappagate, da parte di utenti tediati da continue reiterazioni comunicative a sfondo propagandistico e consumista. Inconfondibile invece il tratto di Denise Bonapace, che, memore degli studi in design industriale, ha dato origine a una norma progettuale simile ai crismi seguiti dai suoi compagni universitari. Per anni consulente presso numerose aziende italiane, poi docente in progettazione della maglieria al Politecnico e alla Naba di Milano, la Bonapace parte dalla massa corporea per disegnare il capo, tenendo conto della sua funzionalità, donando praticità alle forme, ragionando sulle posture e i movimenti, confezionandolo con tessili di primissima qualità. L’esecuzione dell’idea non è un atto creativo fine a se stesso, una risoluzione …