Fashion
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Denise Bonapace: una moda eterna

C’è una sola grande moda: la giovinezza.
(Leo Longanesi)

Decadi di immagini stilizzate, icone consumate perché orfane di nuove prospettive, ci conducono a connotazioni estetiche puerili, dove le sembianze giovanili dovrebbero assolvere alle urgenze del presente.
Ed è qui che si con-fonde la necessità del temporaneo col contemporaneo, viene tralasciata la verità dei corpi, relegati a concetti utopistici, custodi di forme rare, fonte di comparazioni immature e inappagate, da parte di utenti tediati da continue reiterazioni comunicative a sfondo propagandistico e consumista.

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Inconfondibile invece il tratto di Denise Bonapace, che, memore degli studi in design industriale, ha dato origine a una norma progettuale simile ai crismi seguiti dai suoi compagni universitari.
Per anni consulente presso numerose aziende italiane, poi docente in progettazione della maglieria al Politecnico e alla Naba di Milano, la Bonapace parte dalla massa corporea per disegnare il capo, tenendo conto della sua funzionalità, donando praticità alle forme, ragionando sulle posture e i movimenti, confezionandolo con tessili di primissima qualità.
L’esecuzione dell’idea non è un atto creativo fine a se stesso, una risoluzione pratica all’inventiva del momento, ma si pone come risposta alle esigenze di movimento dei soggetti moderni, spesso coinvolti in contesti urbani o metropolitani, dove il tempo è datore di lavoro collettivo.
Non a caso la sua tesi di laurea indagava il rapporto tra abito e corpo, all’interno di una società liquida, Bauman docet, dove la capacità di trasformazione degli indumenti, dei loro profili strutturali, ne denotava maggiori possibilità di impiego.
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Ogni collezione trae ispirazione da tematiche attuali, di natura relazionale o ambientale, curandosi di non disperdere le risorse del pianeta, in termini di materia prima e tempi di lavorazione, proponendo maglie a componimento, con la facoltà di inserire o rimuovere le parti interessate.
Come l’ultima, dal titolo “Senza età”,con cui offre un pensiero di bellezza che trascende i precetti dei seasonal trends, e avvia una riflessione sulla conformazione della figura anziana, dove il quotidiano regola i principi di adattamento del vestiario, non alterando l’armonia delle linee, ma accomodandole a diverse taglie ed esigenze dettate dall’età e dagli stili di vita, con l’ausilio di accessori complementari modulari.
I numerosi progetti di Denise sono stati esposti durante eventi e mostre promosse da diverse istituzioni internazionali, tra le quali la Triennale di Milano, il Today Art Museum di Pechino, l’Academy of Art University di San Francisco.

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Il criterio di sostenibilità, inteso sotto molteplici aspetti che includono il recycling, l’ha diretta nella gestione di laboratori con bambini o nell’attivazione di produzioni tessili,come nel caso di Tre, in collaborazione con il Nodo Onlus, organizzazione attiva in Cambogia, per assicurare un accesso lavorativo agli abitanti del luogo.
I suoi lavori, destrutturando le configurazioni classiche dell’abbigliamento  invernale, gli donano una profondità esplorativa ricca di spunti suggestivi. Indossare diviene interpretare, ma senza rinunciare al sé, invita a conoscersi e capire quali siano i bisogni che avvertiamo, imparando a comunicare coi filati, relazionandoci a loro in maniera consapevole e divertente.
Come lei stessa mi ha ricordato, infatti, “un creativo deve essere sempre in relazione con l’ambiente che lo circonda, deve poter raccontare una storia legata alla società e alla cultura in cui vive. Principio procedurale applicabile a tutti campi dell’estro umano”.
Consiglio vivamente di consultare il sito di Denise per approfondire ogni progetto.

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