“Let be food the medicine”
Questo slogan qualifica perfettamente la linea di pensiero che guida le attività di Vegabond, una piccola caffetteria situata fra due dei principali canali di Amsterdam, Keizergracht ed Herengracht.
Essendo portatrice insana di varie intolleranze, Vegabond si rivela per me una salvezza nella patria dei latticini – e di cibi la cui cottura d’elezione implica sempre abbondanti dosi di burro.
Una lavagnetta al di fuori del locale segnala le specialità del giorno, tutte rigorosamente vegetariane, vegane e gluten free.
Ed eccoli in fila, tutti compiti, pronti per essere conquistati da avventori curiosi: bon bon al cacao, cupcakes eseguite in numerose varianti, o torte destinate solitamente agli stomaci più audaci, offerti in un’atmosfera intima, definita dalla musica rilassante che sgorga placidamente sul retro di soffici divanetti posizionati rasoterra, impreziositi da colorate stampe etniche, e tavolini figli di un riuso che non pecca d’estetica.
Ogni elemento, come cultura nordeuropea richiede, si armonizza con l’altro, le coerenze cromatiche si incontrano felicemente con le proposte gastronomiche, che non terminano nel reparto del fresco: per chi volesse approfondire la conoscenza degli ingredienti utilizzati o per creare delle pietanze ex novo, ci sono centinaia di prodotti certificati biologici, difficilmente reperibili in Italia. Come il proprietario giamaicano, che discorre allegramente con i clienti, elargendo sorrisi e consigli sulle mete più particolari della città (e, nel mio caso, anche un’inaspettata barra di nocciolato, dovessi mai avvertire cali di zucchero una volta approdata in patria).
Andarci è d’obbligo, o per meglio intendersi “chocolade oblige”.