Author: Sabrina De Mercurio

Vegabond: “Il cibo come medicina”

“Let be food the medicine” Questo slogan qualifica perfettamente la linea di pensiero che guida le attività di Vegabond, una piccola caffetteria situata fra due dei principali canali di Amsterdam, Keizergracht ed Herengracht. Essendo portatrice insana di varie intolleranze, Vegabond si rivela per me una salvezza nella patria dei latticini – e di cibi la cui cottura d’elezione implica sempre abbondanti dosi di burro. Una lavagnetta al di fuori del locale segnala le specialità del giorno, tutte rigorosamente vegetariane, vegane e gluten free. Ed eccoli in fila, tutti compiti, pronti per essere conquistati da avventori curiosi: bon bon al cacao, cupcakes eseguite in numerose varianti, o torte destinate solitamente agli stomaci più audaci, offerti in un’atmosfera intima, definita dalla musica rilassante che sgorga placidamente sul retro di soffici divanetti posizionati rasoterra, impreziositi da colorate stampe etniche, e tavolini figli di un riuso che non pecca d’estetica. Ogni elemento, come cultura nordeuropea richiede, si armonizza con l’altro, le coerenze cromatiche si incontrano felicemente con le proposte gastronomiche, che non terminano nel reparto del fresco: per chi …

Alessandro Guerriero: Chi si ribella si autoproduce!

È il pensiero sentimentale, come suggerisce il manifesto, che si è posto come naturale propulsore di uno dei più importanti movimenti del design italiano, Alchimia. Una riflessione volta all’interno, un’intima incisione in cui la fruizione estetica dell’oggetto parte da un moto d’affetto e d’onestà verso lo stesso, spodestando un pragmatismo d’efficienza per esaltare la sua essenza, quasi a definire un flusso di coincidenza fra creatore e creato, in cui il valore del primo inficia sull’ultimo. Fra i fondatori del gruppo spicca Alessandro Guerriero, che continua a riversare con sapienza ed estrema cura in altri progetti i principi “alchemici”, che allora portarono alla nascita della prima esperienza di autoproduzione a livello nazionale. Credendo, difatti, che il progetto originale non vada toccato per rispondere a esigenze legate al marketing d’assalto, gli viene data la possibilità di esprimere la sua veridicità, un unicum pensato, sentito, idealizzato per uno specifico fruitore. L’utente non si smaterializza così nel fine generalista della compravendita celata da intermediari necessari alla filiera produttiva, ma si rivela come ruolo dominante nella compartecipazione a un sistema …

Denise Bonapace: una moda eterna

C’è una sola grande moda: la giovinezza. (Leo Longanesi) Decadi di immagini stilizzate, icone consumate perché orfane di nuove prospettive, ci conducono a connotazioni estetiche puerili, dove le sembianze giovanili dovrebbero assolvere alle urgenze del presente. Ed è qui che si con-fonde la necessità del temporaneo col contemporaneo, viene tralasciata la verità dei corpi, relegati a concetti utopistici, custodi di forme rare, fonte di comparazioni immature e inappagate, da parte di utenti tediati da continue reiterazioni comunicative a sfondo propagandistico e consumista. Inconfondibile invece il tratto di Denise Bonapace, che, memore degli studi in design industriale, ha dato origine a una norma progettuale simile ai crismi seguiti dai suoi compagni universitari. Per anni consulente presso numerose aziende italiane, poi docente in progettazione della maglieria al Politecnico e alla Naba di Milano, la Bonapace parte dalla massa corporea per disegnare il capo, tenendo conto della sua funzionalità, donando praticità alle forme, ragionando sulle posture e i movimenti, confezionandolo con tessili di primissima qualità. L’esecuzione dell’idea non è un atto creativo fine a se stesso, una risoluzione …

Officina: l’evoluzione della scuola

Non si può far prescindere l’operato dall’artefice, come suggerisce l’etimo latino dal quale deriva (opyfex), per cui Officina è Giovanna Diodati, che, con l’apporto indispensabile dei suoi bambini, ha creato un paradigma metodologico applicabile a tutte le discipline di studio. Insegnante di ruolo presso l’istituto “E.Ravasco” di Pescara, inizia il suo iter esplorativo nel 2012, prendendo atto del gap intercorrente fra la realtà accademica e professionale e ponendo le basi per un accordo strutturale fra gli ambienti in questione – consapevole che per crearsi un mestiere la jeunesse dorée necessita di una buona conoscenza di sé, di socratica memoria, ovvero di puntare sui campi che la appassionano e costruire delle forti competenze fin dalla scuola primaria. Dimostrandosi attenta alle esigenze del suo tempo e alle richieste delle aziende, attraverso una vivida osservazione dei suoi alunni, rispettando la loro realtà di vita, ha dato vita ad un laboratorio creativo in cui i bambini sono artisti/artigiani dei loro stessi progetti. Parole chiave della prassi ideativa sono lo “studio dell’ambiente circostante”, per es. le attività scolastiche; “il pensiero …

Olfattiva: il profumo della natura

“Io so che se l’odore fosse visibile, come lo è il colore, vedrei un giardino d’estate nelle nubi dell’arcobaleno.” Robert Bridges Se fosse possibile fare degli odori materia visiva, Olfattiva fornirebbe l’anello di congiunzione mancante: un’azienda che si qualifica come realtà d’eccellenza nella produzione di profumeria botanica, operando una lenta e singolare lavorazione su materiali vivi, le piante. L’energia delle sostanze raccolte, seguendo gli antichi rituali del calendario lunare, e avendo massimo riguardo per il loro momento balsamico (il periodo dell’anno in cui una pianta medicinale presenta la più alta concentrazione di principi attivi) viene conservata ed esaltata in straordinarie combinazioni fitologiche. Con un’estrazione propria di secoli addietro, avvalendosi di strumentazioni dai nomi affascinanti come la “esaltatio”, che attraverso le sue ampolle vitree distilla il cuore degli organismi vegetali, Olfattiva trasforma il loro potenziale in elementi utili per la salute dell’uomo. Gli oli essenziali, difatti, appellandosi all’olfatto, coinvolgono le diverse aree cognitive del cervello, il sistema endocrino e immunitario, agendo sul corpo in tutte le sue affezioni. Barbara, l’ideatrice del progetto, pur cosciente dell’assioma “il …

Controprogetto: i ribelli del design

Ecco un fulgido esempio di come un avversativo di forma “Contro progetto” possa volgersi in un’alternativa pratica virtuosa. Il laboratorio venne creato nel 2003 all’interno dell’esperienza di riqualificazione urbana partecipata della Stecca degli Artigiani, fucina di talenti ospitata all’interno di un’antica fabbrica, situata nel quartiere meneghino Isola, successivamente demolita perché non coerente con le pianificazioni territoriali ideate per l’area. Negli anni a seguire, forte degli incontri avvenuti, delle collaborazioni creative intraprese, l’entourage definì la sua conformazione attuale, una miscellanea di competenze e facoltà complementari l’una all’altra, incarnati in quattro elementi fondanti: Valeria Cifarelli, Matteo Prudenzati, Davide Rampanelli e Alessia Zema. Avvalendosi di una formazione progettuale, dovuta agli studi presso la facoltà di Design e Architettura di Milano, forgiano per sè una dimensione professionale ad hoc, differente dai consueti iter figurabili post laurea. Assecondando un indole caratterizzata da un forte pragmatismo inventivo, preferiscono seguire personalmente l’intero processo produttivo dei loro elaborati, dando forma concreta a propositi di gran estro, qualificati non solo per l’indiscussa perizia manuale propria degli artigiani più fini, ma da una particolare ricettività …

Anty Pansera: la storia del design si riscrive

“Nomen omen”, scrivevano i latini, “nel nome si profila il destino”, se ne deducono presagi. Ebbene, Anty Pansera incarna in sé il senso di questa antica locuzione. Dal 1971, anno in cui consegue la laurea in Storia della critica d’arte all’Università Statale di Milano, comincia un percorso umano e professionale straordinario, caratterizzato da collaborazioni illustri, numerosi saggi, mostre ed eventi, che la porteranno ben presto a diventare un punto di riferimento per i settori legati ai suoi studi. Innumerevoli le cariche che ha ricoperto e che tuttora sostiene, presso l’Isia- facoltà del design di Faenza- in qualità di presidente, dal 2012 nel Cda della fondazione del Triennale Design Museum della Triennale di Milano. In questa intervista offre uno spunto di riflessione interessante, creando un parallelo storico fra la figura dell’autoproduttore e l’artigiano, che, come un diagramma di Venn, si interconnettono e formano un insieme in cui si rilevano problematiche comuni a entrambi i ruoli. Se il compito dell’autoproduttore implica competenze proprie del progettista, altresì richiede abilità promozionali e organizzative care alla categoria imprenditoriale, sottolineando la …

Misiad: Milano si autoproduce.

Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo. (Henry Ford) È dunque questo il segreto per far funzionare un progetto a lungo termine? Secondo Laura Agnoletto, fondatrice di MISIAD (acronimo per Milano Si Autoproduce) assieme ad Alessandro Mendini, Cesare Castelli e Camillo Agnoletto, è fondamentale attivarsi unitamente  per procedere in una direzione chiara ed esplicita, il design autoprodotto. Se il termine di per sé può rimandare a dimensioni troppo autoreferenziali, ciò che si avvertirà dalla conversazione avvenuta nello spazio di via Amedei, è d’altro avviso. Grazie a una vastissima ed eterogenea esperienza iniziata assieme al socio Marzio Rusconi Clerici a Londra, sul finire degli anni Ottanta, con uno studio di architettura e design, e successivamente sviluppata a Milano, Laura Agnoletto è giunta a una conclusione che vede come necessaria, se non imprescindibile per il design odierno, il “fare rete” – una commistione di saperi artigianali, competenze strutturali, espressioni artistiche, innovazioni tecnologiche che, collaborando in maniera simbiotica, permettono un’evoluzione concreta dello stile italiano nella progettazione di oggetti e luoghi …

Royal Chant on Schön Magazine

AN ASTRAY CHANT Cursed hands in a whispered land woke up from a long doze laid in unfair pose there’s a time to chose or lose keep running in yard curled strings at feet all dressed in long feat suites clenched for a frail blow like primitives wraiths we rove without a faith Come di un’ouverture un’opera lirica, anche gli editoriali necessitano di un preludio adatto a condurre chi li osserva in un’atmosfera di premesse, un viatico verbale per immergersi in visioni estranee, spesso estemporanee, che trascendono il senso estetico comune, manifestando attraverso pose e luci un senso altro per la moda da défilé autoreferenziale. L’utilizzo di brands made in Italy, e preferibilmente eco friendly, inteso come pratica sostenibile del processo produttivo – attuato scegliendo materiali naturali, scarti industriali o di sartorie teatrali – evidenzia la sensibilità dei designers con i quali lavoro, che non si pongono come obiettivo primario la vendita della creazione fine a se stessa, ma valorizzano il percorso dei prodotti, curandone ogni passaggio, dando loro la possibilità di comunicare direttamente, attraverso …

Sukha: l’eco shopping in bianco ad Amsterdam

Una vetrina candida, in cui la formalità del bianco insegue il calore di lunghi rami, diffusi in tutti gli spazi dello splendido store di Sukha, ad Amsterdam. L’etimo del nome è sanscrito e, traslato, letteralmente indica “gioia di vivere”. Una filosofia ben espressa dalla cura con cui tutti gli oggetti di design, e le creazioni tessili, sono disposti unitamente per creare un ambiente  accogliente, ma al contempo forniscono un immagine propria dei laboratori antichi, dove svettano su vari ripiani grandi rocchetti in legno, attorno ai quali si avvolgono stretti fili di canapa, o arnesi d’antan per il cucito più complesso. Gli abiti campeggiano su travi lignee, poste a mo’ di tende indiane: pochi capi tutti rigorosamente eco friendly, tessuti in fibre naturali organiche, e prodotti da designer prevalentemente tedeschi, da alternare a una piccola produzione interna alla warehouse. Grandi cappe di lana si stagliano su cassettoni antichi, poltroncine e pouf di morbidissimo tricot, e la possibilità di gustare in bianche tazze (guai a optare per un’altra cromia meno pura!) una calda tisana da agricoltura biologica …

The author – Sabrina De Mercurio

Da sempre convinta che i titoli non facciano il monaco, fin dalla tenera età ho seguito iter inusuali. Ho studiato Psicologia e Fotografia a Roma, Moda a Milano, e Styling a Londra.Costante nella mia vita è sempre stata una spiccata sensibilità per le tematiche green. In tempi non sospetti, professavo la bellezza di indossare canapa, bere tisane dai nomi più credibili per i mobili Ikea, e spargere curcuma su qualsiasi pietanza. La mia frequentazione ossessiva della terra umbra mi ha portata a vivere lì col mio compagno. Si, due cuori, un cane e tanto verde. Amo l’offerta culturale delle grandi città, e le sue caleidoscopiche luci, ma se mi assento troppo dalla mia casetta ne sento immediatamente la mancanza. Sempre divisa tra gli aspetti yin e yang della vita, concentro le mie energie sulla totalità delle cose, cercando di non perdermi nulla di quelle mirabili sfumature, che contribuiscono alla sua complessa bellezza.